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San Michele Arcangelo
La Festa ...                                     
Michele  in ebraico suona Mikahel e significa: Chi  come Dio? A San Michele è attribuito il titolo di arcangelo, lo stesso titolo con cui sono designati Gabriele  e Raffaele.  Nell' Apocalisse  a capo degli angeli fedeli a Dio, combatte e scaccia dal cielo Lucifero e i suoi angeli ribelli. L'Arcangelo S. Michele è considerato come il più potente difensore del popolo di Dio.
Nell'iconografia, sia orientale sia occidentale, viene rappresentato come un combattente, con la spada o la lancia nella mano, sotto i suoi piedi il dragone - mostro, Satana, sconfitto nella battaglia.
I credenti da secoli si affidano alla sua protezione qui sulla terra, ma anche particolarmente nel momento del giudizio; infatti la tradizione attribuisce a San Michele anche il compito della pesatura delle anime dopo la morte. Perciò in alcune sue rappresentazioni iconografiche, oltre alla spada, l'Arcangelo porta in mano una bilancia. S. Michele è il protettore dei Maestri di armi, dei Commercianti, dei Doratori, dei Radiologi, dei Giudici, dei Fabbricanti di bilance e di tutti i mestieri che si servono di bilancia: Pasticcieri, Farmacisti, Droghieri; della Polizia e dei Paracadutisti. Molte città in Italia e nel mondo venerano come Santo Patrono S. Michele e a Lui sono dedicate diverse chiese, cappelle ed oratori; il più importante Santuario a Lui dedicato si trova a Monte Sant'Angelo, sul Gargano.          Secondo una tradizione diffusa in Puglia,  l'Arcangelo San Michele apparve una prima volta, in una grotta, sul Monte Gargano nell'anno 490 ad un ricco signore di nome Elvio Emanuele.
Una seconda apparizione di S. Michele che prometteva il suo aiuto, si tramanda sia avvenuta nell'anno 492 agli abitanti di Siponto che, assediati da Odoacre, dopo tre giorni di preghiere e penitenze chiedevano la sua protezione.
La terza apparizione è datata il 29 settembre 493 quando l'Arcangelo San Michele comunicava al vescovo di Siponto, Maiorano, che  insieme ai fedeli si recava alla grotta come atto di ringraziamento per la vittoria riportata sui Barbari l'anno precedente,  che la grotta era già stata consacrata. Quando la folla fece ingresso nella grotta trovò l'altare già adornato dei paramenti sacri e  una pietra che riportava l'impronta del piede di S. Michele.
Un' ultima apparizione, la quarta, si ebbe nel 1656 quando un giovane, Federico Spagnoletta, colpito dalla peste bubbonica, dopo avere applicato sui bubboni delle schegge di pietra della grotta di S. Michele, ebbe in sogno dall'Arcangelo la conferma della sua guarigione. Da allora e fino ai nostri tempi la "Grotta di S. Michele" è diventata meta di pellegrinaggi.
 

In passato le feste liturgiche in onore dell'Arcangelo erano due.   La festa principale è iscritta nel Martirologio Romano al 29 settembre, data indicata nel Sacramentario Leoniano e nel Martirologio Geronimiano come dedicazione della Basilica sulla via Salaria. 
La seconda festa l'8 maggio commemorava l'apparizione di S. Michele sul monte Gargano. Per più secoli la Chiesa Romana si astenne dalla festa dell'8 maggio; poichè, però,  il Gargano era celebre meta di pellegrinaggi, questa festa si diffuse, anche, in tutta Europa.
Pure  i Longobardi posero la festa l' 8 maggio  per ricordare una loro vittoria attribuita all'aiuto dell'Arcangelo ( Siponto 625 ).
Nel XI° secolo, caduta in dimenticanza la Basilica della Salaria, le due ricorrenze furono attribuite al Santuario del Gargano ( 8 maggio, apparizione; 29 settembre dedicazione).
La festa dell'8 maggio fu istituita da Pio V nel  XVI° secolo.
Dal 1970 la Chiesa celebra la festa di S. Michele il 29 settembre, unita insieme a quella di San Gabriele e di San Raffaele.

                    
 

La Festa ad Acireale ....

Ad Acireale S. Michele ha avuto dedicata nel centro storico una Chiesa dove si celebra la Sua festa due volte l'anno, il 29 settembre in modo solenne e l' 8 maggio, memoria liturgica dell'apparizione sul Monte Gargano.

La statua di S. Michele fu portata per la prima volta in processione per le vie di Acireale (di cui è uno dei compatroni) nel 1681 per decreto del 17 giugno del Vescovo di Catania Mons. Bonadies.

La festa, dal 2001, viene organizzata dai soci della Congregazione di San Michele. 

Alla fine del triduo di preparazione, prima della messa Vespertina della vigilia del 29 Settembre, al canto dell'inno, viene aperta la Cappella con la "svelata" del venerato simulacro di S. Michele che rimane, poi, esposto sull'altare maggiore per tutta la giornata della festa; segue la recita comunitaria dei "Primi Vespri" solenni.

La sera del 29 settembre, dopo la celebrazione eucaristica c'è l'uscita e la processione per le vie della Parrocchia della preziosa immagine dell'Arcangelo su un  fercolo ligneo risalente al XVII° secolo, costituito da 6 colonne dorate sovrastate da un tetto con baldacchino di colore rosso, sul quale è ricamata in oro la scritta "Quis ut Deus?"

A conclusione dei festeggiamenti si procede alla reposizione della statua nella Cappella con l'esecuzione della tradizionale "Cantata".